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COMUNE DI BUCINE
ANZIANI E SOCIETÀ
fra emarginazione e pregiudizio
"IL GRANDE VIADOTTO SULL'AMBRA"
"ricordi, tenerezze, nostalgie" |
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Ascoltare la voce dei nostri anziani è un fatto partecipativo e arricchisce chi ancora anziano non è, perché lo rende consapevole di un più vasto significato della vita umana a della ricchezza che ogni età porta con sé.
Inoltre c'è qualcosa che avvicina ogni generazione: la voglia di amare, lottare, scacciare I'angoscia e la tristezza, il grande bisogno di avere qualcuno vicino per scoprire la vita a fare esperienze insieme, raccontare le esperienze fatte per mantenerle vive nel tempo; perché ogni attimo di ogni esistenza fa la Storia dell'uomo.
II ponte, il Paese a la gente. Quella di Bucine a del suo "viadotto” è una storia di vita semplice a straordinaria che rnerita di non essere dimenticata.
Quel ponte, infatti, è stato per tutti, molte cose insieme: il progresso, i sogni, il lavoro, la fatica, la guerra e anche la ricostruzione. Per qualcuno persino l'amore. Per ricostruirlo, infatti, nel secondo dopoguerra, arrivarono, in questo angolo del Valdarno, i carpentieri del Friuli e i minatori della Calabria a dell'Abruzzo. E furono bisbigli, incontri, scambi di esperienze e poi l'amore.
Insomma, attraverso quel "viadotto" sull'Ambra, si sono costruite, disfatte e rifatte mille storie. Ora, con la "direttissima ", il ponte è stato "messo a riposo". Niente più sferragliare, niente più eco e rimbombo dei convogli che sfrecciano veloci, attraverso le nostre vallate, da Nord a Sud. Dunque silenzio e calma per ripensare a ricordare.
II "viadotto", fu costruito nel 1864 per la linea ferroviaria Roma‑Firenze e parve una specie di miracolo. Gli scalpellini avevano lavorato duro per arrotondare e smussare la pietra. Alla fine, ne venne fuori una vera e propria "opera d'arte", con la lunga serie di archi e la curvatura necessaria alla velocità delle straordinarie "macchine a vapore" che andavano lontano, verso le grandi città.
L'opera portò lavoro per un migliaio di persone. Su quelle rotaie corse poi la storia: la prima guerra mondiale, i fascisti della "marcia su Roma ", i prodotti della campagna e del Chianti, i famosi cappelli di Montevarchi e così via.
Ed ecco la seconda guerra mondiale. Quel ponte attirò su Bucine gli aerei americani e inglesi che lo bombardarono senza pietà. Ma il "viadotto" rimase intatto mentre, tutto intorno, si accumulavano le distruzioni. Furono i nazisti in fuga ad attaccare a distruggere con la dinamite la grande costruzione. Le gallerie intorno, utilizzate come depositi di munizioni, furono fatte saltare nello stesso modo.
Nel dopoguerra, tra fame, miseria, lutti e dolori, altre centinaia di lavoratori decisero che l' "opera d'arte" andava subito ricostruita.
Il simbolo di Bucine, doveva risorgere per dare di nuovo speranza a tutti dl un avvenire migliore e perché le grandi città potessero di nuovo essere collegate.
Sul ponte passarono, così, i treni con i reduci, i soldati, i feriti e ognuno, con la pace, potè riprendere il proprio posto.
Ecco, il 2 marzo 1946, le immagini del grande Pranzo sul "viadotto" ricostruito . Le foto sono straordinarie e raccontano, appunto, della guerra a della ricostruzione, di Bucine e della sua gente. A quel Pranzo, facce allegre ma anche serie e dubbiose. Finito il lavoro, per molti, avanzava lo spettro della disoccupazione. Comunque, sono tutti lì, in posa tra i binari, a far gruppo per poter dire: "Quel giorno io c'ero ". È come al traforo del Sempione all'inizio del secolo o lungo le stazioncine di montagna durante i lavori per "unire" I'Italia dal Sud al Nord: si vedono, con le bandiere, vanghe a badili, picconi, martelli, pietre e ponteggi. La macchina fotografica, insomma, rende, come si usava fare allora, gli "onori al mondo del lavoro ".
Wladimiro Settimelli
TESTIMONIANZE SUL VECCHIO PONTE
Nella guerra passata un giorno sentii un grande boato. Io rni trovavo a Castiglion Alberti e vidi una grande nuvola di polvere volare in alto; capii subito the cosa era successo: era saltato il ponte.
Dopo alcuni giorni lo rividi in un amrnasso di rovine con un treno sopra, tutto divelto come lo avesse cancellato un grande terremoto. Tanti ricordi finirono in quelle rovine, era rimasta in piedi una sola pigna, e somigliava ad una torre. A quella vista rni venne un senso di disprezzo per chi lo aveva distrutto e di nostalgia per i nostri nonni che avevano lavorato per tanti anni per costruirlo bello, forte e ad opera d'arte.
Dedicata a tutti i bambini.
(Franco Papini)
Incoscienza di bambina, oserei dire ora, quando circa cinquant'anni fa, camminavo trasversalmente lungo il bordo esterno delle doppie arcate del vecchio ponte di Bucine. Incurante del pericolo, anzi divertendomi, con le spalle ben aderenti a quel solido muro in pietra, procedevo lentamente, guardando le limpide acque del torrente Ambra, con i suoi massi, per arrivare al viottolo che portava all'imbocco della galleria Ambra. Poi, sempre di corsa, tornavo indietro, cantando, per sentire la risonanza della mia voce sotto quelle arcate che ora
non vedo più, ed ogni volta che passo sotto il nuovo ponte (tutti i giorni) provo un senso di grande nostalgia.
Un altro gioco bellissimo, perché ideato da me, era quello di entrare ed uscire a zig‑zag dalle piccole arcate, soffermandomi talvolta, per guardare i resti di (mi era stato detto) un ponte antichissimo, che vedo tutt'ora; oppure per osservare come si muoveva la vecchia macina del mulino che le pulite acque facevano girare.
II ponte di oggi, ricostruito in poco tempo dopo l'ultima guerra, è una vera opera d'arte, ma io sono attaccata ai ricordi di bambina e continuo ancora a dire che mi piaceva di più il ponte a doppie arcate.
(Adele Ciuccoli)
Progettazione: Antonio Becattini (Ass. Cultura), Rernigio Mannini (Ass. Sicurezza Sociale), Alfrediana Bonacchi (EducatoreProfessionale), Anna Allori (Assistente Sociale).
Realizzazione progetto Grande Viadotto sull'Ambra: Antonio Becattini, Remigio Mannini, Alfrediana Bonacchi.
Ricerca Testimonianze: Antonio Becattini, Alfrediana Bonacchi.
Consulenza Fotografica: Ambra Nepi.
Coordinarnento: Alfrediana Bonacchi.
Hanno collaborato: Direttore Didattico ed insegnanti elementari del Comune
Testimonianze: Agnolucci Bruno, Baldi Enzo, Baldi Livio, Baldi Siro, Ballocci Sila, Bartolini Gino, Bartolucci Carlo,
Bartolucci Danilo, Becattini Bruna, Becattini Bruno, Bernini Nello, Bindi Nello, Bombardi Enzo, Borri Ivan, Bracci llvo, Brandi Gino, Brandi Sergio, Bucciarelli Natalino, Calchetti Bruno, Chiatti Artabano, Cioncolini Cesira, Ciuccoli Adele, Falchi Alfio, Fuccini Carlo, Gaggi Vladimiro, Genti Dante, Genti Norma Gobbi Enzo, Gragnoli Santi, Graverni Piero, Lastrucci Pier Luigi, Luci Armando, Luci Mario, Merli Guglielmo, Neri Giorgio, Nulli lnes, Nulli Romano, Pagni Giuseppe, Papini Ampelio, Papini Franco, Pieraccini Vitaliano, Pistocchi Luciano, Pistocchi Mario, Pistocchi Orlando,
Sancin Giovacchino, Spaghetti Renato, Stanghini Gino, Stopponi Orlando, Tiossi Luigi, Torrini Pasquale, Valentini Nello.
Fonti Iconografiche: Foto Vestri, per Ente Ferrovie Piero Muscolino, Baldi Siro, Bonci Bruna, Bindi Valerio, Fuccini Carlo,
Lastrucci Pierluigi, Mini Zelinda, Rustichini Luisa, Toti Pietro, Eredi Avv. Dornenico Zampi.
Allestimento Mostra: Becattini Adelmo, Pistocchi Luciano, Mini Bruno, Arrigucci Daniela. |