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Il piccolo borgo aretino, situato nel cuore del Pratomagno, domina dall'alto il Valdarno superiore e la sede comunale di Loro Ciuffenna. Circondato da folti boschi, custodisce gelosamente antiche tradizioni
Di Poggio si parla già nel Medioevo e si capisce che era un borgo importante. Arroccato sotto le pendici del Pratomagno (626 s.l.m) è stato nell’antichità un importante riferimento per il collegamento tra Valdarno e Casentino; resti delle mura castellane, le sue caratteristiche case costruite in pietra locale, sistemate secondo lo schema concentrico dell’antico castello medioevale, contribuiscono a far vivere nel borgo un’atmosfera particolare che fa riscoprire con semplicità le cose di un tempo passato. Ad aumentare la suggestione ed il fascino di questo appartato borgo è anche scoprire il rispetto che gli abitanti hanno per la loro storia e le loro tradizioni che, tramandate di padre in figlio, ritroviamo tutte ancora oggi, come la raccolta e l’essiccazione delle castagne, un tempo sostentamento delle famiglie, oggi “Sagra della Pulenda”. Ogni anno nella prima quindicina di agosto il borgo si veste di colori profumi e suoni particolarmente nostalgici. Per due giorni è un pullulare di gente che si aggira tra le viuzze in pietra alla ricerca di un oggettino particolare sulle bancarelle o che compra prodotti locali come vino, farina di castagne, olio, miele, frutta….Ma in questi giorni di agosto chi fa da padrona è sicuramente la FARINA DOLCE che permette, fra l’altro, alle cuoche della sagra di realizzare squisiti piatti.
Di Poggio si parla già nel Medioevo e si capisce che era un borgo importante. Arroccato sotto le pendici del Pratomagno (626 s.l.m) è stato nell’antichità un importante riferimento per il collegamento tra Valdarno e Casentino; resti delle mura castellane, le sue caratteristiche case costruite in pietra locale, sistemate secondo lo schema concentrico dell’antico castello medioevale, contribuiscono a far vivere nel borgo un’atmosfera particolare che fa riscoprire con semplicità le cose di un tempo passato. Ad aumentare la suggestione ed il fascino di questo appartato borgo è anche scoprire il rispetto che gli abitanti hanno per la loro storia e le loro tradizioni che, tramandate di padre in figlio, ritroviamo tutte ancora oggi, come la raccolta e l’essiccazione delle castagne, un tempo sostentamento delle famiglie, oggi “Sagra della Pulenda”. Ogni anno nella prima quindicina di agosto il borgo si veste di colori profumi e suoni particolarmente nostalgici. Per due giorni è un pullulare di gente che si aggira tra le viuzze in pietra alla ricerca di un oggettino particolare sulle bancarelle o che compra prodotti locali come vino, farina di castagne, olio, miele, frutta….Ma in questi giorni di agosto chi fa da padrona è sicuramente la FARINA DOLCE che permette, fra l’altro, alle cuoche della sagra di realizzare squisiti piatti.